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Luigi Boneschi

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Dal padre Francesco, giornalista e poeta, ha preso il virus della letteratura (quasi senza rendersene conto se non quando era troppo tardi per immunizzarsi). Ma di questa malattia alla fin fine gli è grato. Dalla madre Luciana gli interessi e forse gli eccessi di psicologismo. Si è laureato in filosofia alla Sapienza con Paolo Casini sulla prima Accademia dei Lincei tra origini ermetiche e rivoluzione scientifica galileiana, tema su cui ha scritto per la “Rivista di Storia della Filosofia”. In circostanze avventurose, da appassionato di letteratura, di storia e di storie si lanciò anzi fu gettato nell’ambito della scrittura e della regia di circa cento documentari. Questi hanno spaziato dalle biografie degli scrittori italiani (i ventiquattro profili de “La selva delle lettere”) al post comunismo europeo, dal welfare internazionale ai luoghi e i protagonisti del sacro. Ha scritto su riviste quali “Cultura e libri” di Alberto Di Giglio. È stato autore dei testi dell’oratorio “Che grande Guerra?” e di vari programmi televisivi. Ha supportato il lavoro e le ricerche di registi come Pupi Avati in particolare nei suoi film medioevali. Una sua passione speciale, tra i tanti autori della sua vita, è Dante Alighieri cui ha dedicato documentari, studi e Lecturae Dantis. I suoi cassetti traboccano di manoscritti destinati ai posteri e bollette riservate ai postumi (o viceversa). Vive a Roma con Federica, pianista, e due figli gemelli di dieci anni, Enrico e Francesco.

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